La dieta mediterranea stile di vita e benessere

Le terre dell’Angitola danno, nel loro insieme, spazi ideali di storia e tradizioni attraverso la presenza di musei, siti archeologici, ricchezza pittorica, paesaggistica quanto odori e colori che da sempre hanno affascinato il visitatore (antico e moderno). Un processo di immagini che in termini di valorizzazione si traduce in economia che si muove intorno al gusto, al piacere della tavola che si lega alla dieta mediterranea che da queste parti significa alimentazione e salute. Una storia che parte dal 1960, a Nicotera, per poi essere documentata nel Consensus Statement del 2000 su Dietary fat, The Mediterranean Diet and Lifelong Good Health”. In questo Statement sono state riportate le caratteristiche nutrizionali e il razionale della dieta degli anni Sessanta e l’evidenza epidemiologica dei suoi effetti benefici. Intanto diciamo che L’uso del fuoco e il sole hanno determinato per secoli la cucina e i sapori del Mediterraneo.

Il mangiare del Mediterraneo diventa cultura del cibo nelle specificità: Buono = gustoso, Salutare = longevità/assenza di malattia, Sentire popolare = senso delle porzioni. Le cibarie elleniche diventano la nostra tavola con il consumo di verdure e insalate e poi a partire dal V sec. a.C. il pesce diventa il piatto principale. Durante i banchetti si consumavano olive, formaggi, vari tipi di verdure, dolci, frutti squisiti come fichi e mirto, carni di tutti i tipi e selvaggina. Vera e propria ghiottoneria era il garon, una salsa piccante che si otteneva facendo macerare insieme piccoli pesci di mare interi (a sardeja), poi arriverà la nduja. Da Plinio a Dioscoride, della cipolla lodate le virtù curative: mangiarle con sale e pane a colazione aiutava a proteggersi dalle malattie del freddo. Bere l’infuso preparato con cipolle crude mandava via i vermi. Mangiate con mele e zucchero giovavano agli asmatici e a chi aveva la tosse. Nella Bibbia il mangiare e il bere formano il filo conduttore del racconto, fin dalla prima pagina della Genesi (Gen1,29-30) cibo e pasti segnano continuamente il cammino degli uomini. Ma cosa è la dieta che a partire dagli anni Cinquanta divenne studio internazionale per capire la longevità degli uomini del Sud e specialmente di alcuni territori del Vibonese che da Nicotera si proiettano fino all’Angitola e oltre. Dieta deriva dalla voce diaita che significa modo di vivere; ma anche dalla voce latina dies cioè giorno. In sintesi stiamo parlando del modo di vivere quotidiano.  Quindi si tratta di un termine contrario al Digiuno da ieiunum ovvero astinenza dal cibo.  A dare ogni sorta di spiegazione a tipologie e dosi del mangiare, a tracciare i benefici salutari fu il biologo americano Ancel Keys, della Università del Minnesota, che possiamo definirlo lo scopritore della Dieta Mediterranea. Durante alcuni congressi era venuto a conoscenza dai suoi colleghi di Campania, Basilicata e Calabria che in queste regioni vi erano paesi che non conoscevano l’infarto e l’ictus. Keys volle conoscere la cultura di questi luoghi, la vita dei contadini soprattutto e le loro abitudini alimentari. Queste ricerche sul territorio vibonese furono comparate con quelle della Grecia, Iugoslavia, Finlandia, Usa e Giappone. Dopo sei mesi di dieta mediterranea a base di cereali, legumi e verdure, olio di oliva, frutta secca, si evidenziava un abbassamento vistoso di colesterolemia, pressione arteriosa e glicemia mentre la dieta nordica produceva aumenti di questi valori. Fu così che la dieta mediterranea divenne il life style del vivere bene ma anche un’arte culinaria apprezzata oggi dal mondo intero. Il mangiare dei poveri era rimedio salutare  costituito da una  cucina fatta di legumi e cereali, formaggio e uova – quasi mai la carne  mentre ben note sono le erbe cicori, cicute, finocchi, le ervi i margiu (erbe selvatiche).

Anche gli oggetti della cottura assumono un significato importante dei sapori del Mediterraneo ed ecco, allora, che  a suriaca russa  va preparata ‘nta tianeja (tegame in terra cotta) con salsa di pomodoro e cipolla. A suriaca janca va cucinata nella pignatta e poi condita al piatto con olio di oliva unitamente ad altre verdure come cicorie, cavoli, broccoli, rape, oppure con peperoni arrostiti. A suriaca minuta viene solo condita con olio nel piatto. Fino alla prima metà del XX secolo il medico pratico ha prescritto regimi dietetici come parte integrante della terapia contro malattie perniciose; Le cicorie venivano ordinate per curare alcune forme croniche o forme tumorali.

Pino Cinquegrana
Antropologo