Il “gabbo” di Beatrice a Dante, descritto nella Vita Nova, ci restituisce un’immagine della “donna amata” ben lontana da quella angelicata e ideale. L’amore di Dante per Beatrice, fatto di sguardi e di un’intesa silenziosa, segna per anni la sua evoluzione poetica, la crescita umana e l’ascesi spirituale. Tuttavia, subisce una brusca battuta d’arresto quando, durante un pranzo di nozze, Beatrice schernisce il poeta in compagnia delle sue amiche.

In quel sottile gioco di sguardi e di emozioni, tipico delle relazioni platoniche, emerge con forza l’atteggiamento di una donna “tanto gentile e tanto onesta”, ma al tempo stesso capace di difendere la propria dignità e integrità. Il gesto di scherno, il gabbo, potrebbe essere il tentativo estremo di Beatrice di affermare sé stessa e riprendersi il controllo della sua immagine agli occhi di Dante. Un messaggio chiaro e inequivocabile, un segnale che il Poeta non può ignorare.

La scena è stata ripresa anche nella celebre pellicola Dante di Pupi Avati, che restituisce una visione più umana e fragile del Sommo Poeta. Dante appare sottomesso, quasi colpevole, come se portasse il peso di un’offesa involontaria nei confronti della sua musa. Per dirla con il linguaggio dei giovani d’oggi, un vero “sottone”. Nel suo smarrimento, egli stesso racconta: “E nel fine del mio proponimento mi parve sentire un mirabile tremore […]. Temendo che non altri si fosse accorto del mio tremare, levai li occhi, e mirando le donne, vidi tra loro la gentilissima Beatrice”. Gentilissima, in quel momento, non fu affatto.

Dietro quel gesto di scherno si cela forse una ferita d’orgoglio: Beatrice potrebbe essersi sentita tradita da un presunto interessamento di Dante per un’altra donna, seduta accanto a lui in chiesa. Il gabbo diventa così una sorta di vendetta simbolica, un atto che per un istante frantuma l’aura di santità e soavità che avvolge la figura di Beatrice nella poetica dantesca. Per un attimo, ella abbandona quel “benignamente di umiltà vestuta” e scaglia il suo dardo, colpendo dritto al cuore del Poeta.

Questo episodio rappresenta una svolta fondamentale: l’amore terreno e idealizzato di Dante si trasforma in un amore spirituale e assoluto. Dopo la morte di Beatrice, il poeta giunge al culmine della sua sofferenza interiore e della sua crisi esistenziale, tanto da invocare la propria fine. È proprio attraverso questa profonda lacerazione che si compie il suo processo di nobilitazione spirituale. Dalla caduta nella disperazione, Dante rinasce, trasformando il suo amore in un’aspirazione divina, preludio alla grandezza della Divina Commedia.

Assunta Ferretta