Il volume, che ha avuto plauso negli States,  è in corso di una traduzione accademica negli Usa a cura dello scrittore, giornalista e docente universitario di New York Stuart Reininger.

Il volume sarà in Italia  nel prossimo autunno.

Scrive nella presentazione l’Illustre criminologa Antonella La Robina : A tutti sarà capitato di sentir dire o di leggere: “era una brava persona”, “era una persona tranquilla”, “lo/a conoscevo da sempre, non avrei mai immaginato potesse arrivare a questo” – riferito ad una persona che ha commesso un omicidio.  A qualcuno sarà capitato, durante la visione di una serie tv sulla vita di un serial killer, di empatizzare con quel ragazzo timido e introverso, vittima di un padre violento o di una madre anaffettiva e inadeguata. Ci siamo mai chiesti come sia possibile che una “brava persona” possa arrivare a porre fine alla vita di qualcuno? O forse dovremmo chiederci perché proviamo tanto stupore nel sapere che quella “brava persona” sia anche l’autore di un reato.

Much Madness is divinest Sense
to a discerning eye.
Much Sense – the starkest Madness
’Tis the Majority.
In this, as all, prevail
assent – and you are sane
demur – you’re straightway dangerous
And handled with a Chain.
Emily Dickinson (1830-1886)

Il fine delle pene 
non è di tormentare ed affliggere 
un essere sensibile.
Il fine non è altro che d’impedire il reo
dal far nuovi danni ai suoi cittadini 
e di rimuovere gli altri dal farne uguali.
(da: Dei delitti e  delle pene di Cesare Beccaria,1765)

L’Antropologia Criminale richiama in sé contenuti multipli, scienze diverse come l’antropologia culturale, la sociologia, la psicologia, il diritto, nozioni di medicina legale che, a loro volta, divengono proiezione di studi altri come l’investigazione, la grafologia, l’intercettazione  che sfociano  nella  più generale criminalistica.

In questa dimensione l’Antropologia Criminale  recupera una complessità di osservazioni su l’uomo da una parte e sulla tipologia del crimine dall’altra. La disciplina, pertanto, osserva le fenomenologie sociale come comportamento umano nella duplice attenzione della violazione della legge scritta o per tradizione, quanto come atteggiamento mirato al male. Comprendere la corportamentalità dell’uomo, l’ambiente circostante in cui si vive,  le  relazionalità interne ed esterne dell’individuo e così via, è sempre stato interesse delle scienze umane anche attraverso la semplice analisi dell’aspetto fisico (più si grossi di corporatura maggiore è l’azione intimidatoria),  tratti somatici del volto dell’individuo (fisiognomica) è storia antica (ma anche sfregi su parti visibili del corpo). Già per Platone e Aristotele il corpo era concepito come riflesso dell’anima in senso positivo o negativo; la sua immagine trasmetteva positività o negatività. 

Le indagini scientifiche in direzione criminale iniziarono presto. Già alla fine del diciottesimo secolo, lo svizzero J. Kaspar Lavater (1741- 1801) aveva abbozzato una teoria fisiologica chiamata l’arte della fisiognomica (1774), attraverso la quale cercava di scoprire come le caratteristiche del volto di ogni individuo rivelassero il carattere. Nello stesso periodo, Franz Josef Gall (1758-1828) rispondeva con la Frenologia (studio della mente), una teoria che prendeva come punto di riferimento la forma del cranio in cerca di conferme sulle inclinazioni di una persona.

Nella sua opera principale, “L’Uomo Delinquente” (1897), CesareLombroso (1835-1909), da cui prende il via la scuola positivista,[1] distinse diversi tipi di criminali: il delinquente nato, nel quale si assommano le anomalie regressive e per il quale la criminalità è insita nella propria natura, e che è considerato soggetto non recuperabile, da sopprimere o da rinchiudere, in nome del diritto della difesa della società.  La teoria prevedeva che una certa percentuale di criminali, dal 35 al 40% fossero nati con disposizioni criminali e che in essi si potevano constatare caratteristiche anatomiche e fisiologiche particolari inducenti  a particolari tipi di crimine: il delinquente per impeto passionale (forza irresistibile),. il delinquente pazzo (criminale pazzo e debole di mente), gli individui di mentalità limitata (mattoidi), il delinquente occasionale portato al delitto da fattori causali diversi da quelli del delinquente nato.

Prof. Pino Cinquegrana
Antropologo








[1] Enrico Ferri (1856-1929) e Raffaele Garofano ( 1852-1934), erano fermamente convinti della profonda influenza che sul comportamento criminale doveva avere la formazione costituzionale del delinquente individuale e l’ambiente a lui circostante, al punto da non riuscire ad ammettere la possibilità che tutti i criminali, a parte quelli chiaramente insani di mente, potessero essere considerati pienamente “responsabili”.