L’estrazione dei terzi molari rappresenta una delle procedure più comuni in chirurgia orale, richiedendo elevate competenze cliniche per una gestione sicura ed efficace. Ogni caso deve essere valutato considerando indicazioni, controindicazioni e i possibili rischi dell’intervento.

Una raccolta anamnestica accurata e un esame clinico dettagliato sono essenziali per stabilire la necessità e la fattibilità dell’estrazione. Inoltre, indagini diagnostiche di primo e, se necessario, secondo livello (CBCT) sono fondamentali per una diagnosi precisa e un trattamento adeguato.

Materiali e Metodi

La ricerca bibliografica è stata condotta su MEDLINE-PubMed utilizzando i termini: “(indications AND extraction AND third molar)”. Tra i 229 articoli inizialmente identificati, solo sette studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione ed esclusione e sono stati inclusi nella revisione sistematica.

Risultati

Dalla revisione sono emerse 10 indicazioni generali per l’estrazione dei terzi molari, suddivise in:

  1. Indicazioni terapeutiche:
    • Patologia cariosa del terzo molare: prevalenza tra 3%-15%, spesso in casi di inclusione parziale.
    • Patologia cariosa cervico-distale del secondo molare: causata dalla posizione del terzo molare, prevalenza 1%-4,5%.
    • Pericoronite: infiammazione recidivante dei tessuti circostanti, frequente nei terzi molari semi-inclusi.
    • Malattia parodontale localizzata: comune in terzi molari in posizione mesio-angolata o orizzontale con tasche parodontali >5 mm.
    • Rizolisi del secondo molare: riassorbimento radicolare per pressione del terzo molare, prevalenza 5%.
    • Lesioni cistiche o tumori odontogeni: associate ai terzi molari inclusi (2%-4%).
    • Algie facciali o cefalee: causate dalla compressione del fascio vascolo-nervoso.
  2. Indicazioni strategiche:
    • Ortodontiche: necessarie per la distalizzazione o per mancanza di spazio. Non giustificate per prevenire affollamenti incisali tardivi.
    • Protesiche: per preservare il successo di trattamenti in aree adiacenti a terzi molari inclusi o semi-inclusi.
    • Chirurgiche-ortognatiche: necessarie in osteotomie maxillo-mandibolari, effettuate 6-12 mesi prima dell’intervento.

Conclusioni

Questa revisione evidenzia l’importanza di stabilire indicazioni precise per l’estrazione dei terzi molari, considerando la crescente frequenza di queste procedure. Una valutazione clinica e radiologica accurata è imprescindibile per garantire interventi sicuri ed efficaci.

La scelta terapeutica deve essere personalizzata, tenendo conto delle condizioni locali e sistemiche del paziente, al fine di massimizzare i benefici ed evitare errori clinici.

Autore: Fabio Schirripa