di Silvana Gavosto
Giornalista

Hollywood e l’industria cinematografica internazionale stanno vivendo una stagione di trasformazioni significative. Negli ultimi mesi, una serie di traguardi conquistati da professioniste del settore sta ridefinendo il racconto di genere nel dietro le quinte. L’ultimo esempio arriva da Sinners, il primo film nella storia ad essere girato interamente su pellicola IMAX da una direttrice della fotografia donna: Autumn Durald Arkapaw.

Una notizia che va ben oltre la curiosità tecnica. Arkapaw, già apprezzata per il suo lavoro in Loki e Black Panther: Wakanda Forever, ha dimostrato che la combinazione di competenza, visione artistica e padronanza tecnologica può infrangere barriere che sembravano scolpite nella pietra. La pellicola IMAX, infatti, è notoriamente complessa da utilizzare: richiede esperienza, sensibilità e una gestione di mezzi e tempi estremamente rigorosa.

Un cambiamento lento, ma in corsa

Per decenni, il ruolo di direttore della fotografia è stato un feudo maschile. I dati dell’American Society of Cinematographers raccontano che, fino a pochi anni fa, le donne rappresentavano meno del 5% degli iscritti. Oggi la percentuale cresce, seppur lentamente, grazie anche alla visibilità che progetti come quello di Arkapaw stanno generando. Non si tratta solo di un segnale per chi già lavora nel settore, ma di un messaggio diretto alle nuove generazioni: le barriere tecniche e culturali si possono superare.

Oltre Hollywood

Il cambiamento non riguarda soltanto gli Stati Uniti. In Europa, registe e direttrici della fotografia stanno guadagnando spazio nei festival di primo piano. A Cannes, a Venezia e alla Berlinale, le quote femminili dietro la macchina da presa non sono più eccezioni da sottolineare, ma presenze sempre più naturali nel panorama competitivo.

In Italia, ad esempio, realtà come il Centro Sperimentale di Cinematografia stanno formando nuove leve con un’attenzione particolare alla parità di genere, mentre festival come il MoliseCinema o il Torino Film Festival hanno iniziato a promuovere sezioni dedicate alle professioniste del settore.

Non solo questione di numeri

Se i dati quantitativi indicano una lenta crescita, il vero impatto è qualitativo. La presenza femminile porta nuovi sguardi, sensibilità narrative differenti e un approccio alla luce, alla composizione e al ritmo che spesso si distingue per originalità. In un momento in cui il pubblico cerca storie fresche e prospettive inedite, questa diversità creativa è un valore aggiunto.

Il futuro è già in sviluppo

Il caso di Autumn Durald Arkapaw potrebbe rappresentare solo l’inizio di una nuova fase per il cinema mondiale. Con investimenti mirati, mentorship e la crescente attenzione mediatica, è probabile che nei prossimi anni assisteremo a una vera e propria normalizzazione della presenza femminile nelle figure tecniche apicali.

Come ha dichiarato la stessa Arkapaw in un’intervista recente:

“Non voglio essere ricordata come la ‘prima donna’ a fare qualcosa, ma come una delle tante che l’hanno fatto bene.”

Se l’obiettivo del cinema è raccontare il mondo in tutte le sue sfumature, la strada intrapresa è quella giusta.