di Sonia Giugno

E’ una piccola realtà con grandi sogni quella che nasce nell’entroterra Siciliano, a San Cataldo, in terrirorio Nisseno: il cuore pulsante della Sicilia, dove la terra brilla al sole grazie al colore dorato del grano che viene utilizzato per produrre uno degli alimenti base della cucina Mediterranea, sua maestà la pasta!

La nuova realtà è il matrimonio perfetto tra il frutto della terra Sicana e l’inclusione, è il pastificio artigianale etico ‘L’Arte dei Primi’.

Ma cosa avrà mai di speciale questo pastificio? Sarà un posto come un altro… Beh! No!!! Non è proprio così e per saperne di più abbiamo chiesto al referente del progetto che ha dato il vita a un posto unico, Gaetano Terlizzi, consulente esterno della cooperativa sociale ConSenso di Caltanissetta che si occupa, da dieci anni, di persone con Autismo.

Ci parli del pastificio…

“Il pastificio ‘L’Arte dei Primi’ nasce da un progetto ambizioso che coniuga tradizione culinaria, innovazione sociale e inclusione lavorativa. L’obiettivo è quello di creare un luogo in cui la produzione della pasta fresca diventi non solo un’attività economica, ma anche un’opportunità di crescita personale e professionale per ragazzi affetti da sindrome dello spettro autistico”.

Come siete riusciti a realizzarlo?

“Il progetto prende vita grazie al sostegno del Fondo Intesa Sanpaolo, che ha permesso l’attivazione di sette borse lavoro, destinate ai primi inserimenti di giovani all’interno della struttura produttiva.
Ma andiamo per gradi… Il percorso che ha portato alla realizzazione di questo progetto nasce da un’attenta osservazione e dallo studio delle reali potenzialità dei ragazzi con autismo e dal desiderio di offrire loro un’opportunità concreta, significativa e dignitosa. Alla base c’è l’esperienza quotidiana maturata all’interno della cooperativa ConSenso, che da anni lavora sul territorio con percorsi educativi e terapeutici personalizzati, improntati sul rispetto dell’unicità di ciascuno.
L’idea del pastificio è nata dall’incontro tra diverse riflessioni: la necessità di creare un contesto lavorativo stabile e strutturato, l’importanza delle attività manuali e ripetitive – particolarmente adatte alle caratteristiche di molti ragazzi con Autismo – e il valore simbolico e sociale del ‘fare pasta’, un gesto familiare, radicato nella nostra cultura, che unisce e crea appartenenza. La tradizione che ha il ‘sapore’ dell’inclusione. La nuova realtà, sostenuta dal Fondo di Beneficenza di Intesa San Paolo, come accennavo, ha dato la possibilità di accedere a percorsi di inserimento lavorativo e occupazionale assistito, grazie alle borse lavoro e alla formazione che certifica le competenze di tutti coloro che ne sono il cuore pulsante.

Il pastificio si integra in modo naturale con la condizione dei nostri ragazzi, poiché il lavoro manuale offre un riscontro immediato e concreto. La possibilità di vedere il risultato del proprio impegno in tempi brevi rafforza la motivazione, favorisce il senso di competenza e rende i ragazzi più coinvolti, consapevoli e capaci.

Responsabile del progetto ‘PASTA FrOLLE’, dal quale deriva ‘L’Arte dei primi’ è lo psicologo Francesco Lombardo coadiuvato dalla psicologa e supervisore Roberta Italiano.

Per renderlo possibile abbiamo incontrato famiglie, esperti, imprenditori, e ci siamo lasciati ispirare dalle storie dei nostri ragazzi, immaginando uno spazio in cui potessero sentirsi parte attiva, produttiva e valorizzata. Il pastificio non è solo un luogo di lavoro: è una scommessa sull’autonomia, sull’inclusione reale e sulla bellezza del costruire qualcosa insieme, mettendo le mani in pasta, ma soprattutto mettendo in gioco la fiducia reciproca”.

La scelta del nome?

‘L’Arte dei Primi’ unisce il richiamo alla pasta, cuore della tradizione gastronomica italiana, con una visione più profonda dell’arte come espressione autentica della persona. Un’arte che appartiene a ogni essere umano, oltre ogni limite e condizione, e che trova nel fare quotidiano una forma concreta di dignità e realizzazione.
In questo senso, ‘primi’ non è solo un riferimento gastronomico, ma anche un richiamo al riconoscimento di coloro che, in una società che spesso esclude o mette in disparte chi non ha altre possibilità, devono invece essere messi
al primo posto“.

Lei parla di lavoro, contesto lavorativo…

“Riconoscere la pari dignità di ogni persona significa parlare di lavoro in termini concreti e non simbolici. Offrire un’opportunità lavorativa vuol dire costruire contesti reali, con ruoli chiari, compiti definiti e obiettivi condivisi, all’interno dei quali i ragazzi possano esprimere le proprie competenze, assumere responsabilità proporzionate alle loro abilità e sentirsi parte attiva del processo produttivo.

Si tratta di un percorso professionalizzante che guarda all’autonomia e alla possibilità di un’occupazione stabile, la cui riuscita dipende anche dal territorio e dalla capacità della comunità di riconoscerne il valore. Da soli non si va lontano: questo progetto richiede la corresponsabilità e la partecipazione di tutti, perché solo attraverso un impegno condiviso è possibile affrontare le sfide e trasformarle in opportunità”.

Questi contesti quali abilità sviluppano nelle persone impegnate e quali sono i requisiti che i ragazzi devono avere?

“Ogni inserimento viene costruito a partire da una valutazione delle competenze individuali: capacità manuali e attenzione ai dettagli; tolleranza alla ripetitività dei compiti; gestione del tempo e rispetto delle routine; predisposizione al lavoro in gruppo. In base a queste caratteristiche vengono definiti ruoli e mansioni, evitando sovrapposizioni o compiti non adeguati. Il fine ultimo è trasformare le abilità personali in competenze spendibili nel processo produttivo”.

Quindi … La pasta come occasione di apprendimento

“La produzione della pasta non rappresenta soltanto un’attività lavorativa, ma costituisce anche una preziosa opportunità di apprendimento. Ogni fase del processo – dalla scelta delle materie prime all’impasto, dalla trafilatura al confezionamento – si configura come un vero e proprio momento educativo, inserito all’interno di un’attività strutturata e pensata secondo una chiara task analysis.

Le sequenze di lavoro sono definite e comprensibili, consentendo ai ragazzi di sapere cosa fare, come farlo e in quale ordine, favorendo così orientamento, sicurezza e prevedibilità. Questa organizzazione permette di sviluppare capacità organizzative attraverso una sequenza logica di azioni, rafforzare attenzione e concentrazione grazie alla ripetitività delle operazioni, stimolare la collaborazione e il lavoro di squadra e vivere la soddisfazione di vedere il risultato del proprio impegno in tempi brevi, con un conseguente rafforzamento dell’autostima.

La pasta, dunque, non è solo l’esito di un processo produttivo, ma diventa uno strumento pedagogico che accompagna i ragazzi nella crescita delle abilità, delle autonomie e nella consapevolezza del proprio valore personale”.

Il pastificio è, quindi, anche un luogo di incontro, di crescita… per chi ci lavora e per coloro che vengono a comprare la pasta?

“Il prodotto del nostro lavoro non è soltanto pasta fresca ed essiccata di qualità, ma un vero e proprio mezzo di narrazione: ogni formato diventa il simbolo della storia di chi lo ha contribuito a realizzare. In questo senso, il pastificio è anche un luogo di incontro tra tradizione e innovazione sociale, dove l’esperienza culinaria incontra la dimensione educativa. Ed è importante sottolineare un principio fondamentale:
non vogliamo vendere la nostra pasta perché è fatta da ragazzi con una disabilità. Vogliamo venderla perché è buona, autentica e di qualità.
Il nostro obiettivo è che diventi un prodotto che non può mancare sulla tavola degli italiani, perché racchiude eccellenza, tradizione e gusto, oltre al suo valore sociale”.

Quali sono le prospettive future?

“‘L’Arte dei primi’ è nato lo scorso giugno, ma siamo già stati protagonisti di molti eventi e il territorio ha sempre risposto bene. Il nostro obiettivo, adesso, è inserire ‘L’Arte dei Primi’ all’interno di filiere commerciali capaci di valorizzare il prodotto non solo a livello locale, ma anche su mercati nazionali e internazionali. La pasta diventa così ambasciatrice di una tradizione culinaria siciliana fatta di materie prime selezionate e di processi artigianali, ma al tempo stesso portavoce di un messaggio di inclusione e dignità lavorativa. Sono già numerose le richieste da parte di imprenditori locali e non che hanno mostrato attenzione e interesse verso il nostro prodotto. Questo ci rende orgogliosi, ma soprattutto ci rende ottimisti: ci incoraggia a credere che questa straordinaria sfida non sia soltanto la buona riuscita di un’attività commerciale, ma un vero e proprio progetto di vita che coinvolge i ragazzi, le famiglie e l’intera comunità. In questa direzione si inserisce anche la scelta di attivare una piattaforma di e-commerce, pensata non solo come canale di vendita, ma come strumento concreto di apertura, sostenibilità e partecipazione. Attraverso l’e-commerce, il lavoro dei ragazzi supera i confini del laboratorio e incontra le persone, le famiglie e il territorio più ampio, rendendo ciascun acquisto un gesto consapevole di supporto a un progetto di inclusione reale e duraturo”.

Se lei dovesse spiegarci ‘L’Arte dei primi’ in poche righe, cosa ci direbbe?

“‘L’Arte dei Primi’ è molto più di un pastificio: è un progetto sociale, etico, culturale ed economico che unisce la qualità della produzione artigianale con l’impegno per l’inclusione lavorativa dei ragazzi con sindrome dello spettro autistico. Grazie al sostegno ricevuto e all’impegno delle famiglie, degli operatori, degli imprenditori e dei partner, stiamo costruendo un percorso che mira a generare non solo occupazione, ma soprattutto valore sociale e comunitario. La nostra sfida è chiara: trasformare un semplice piatto di pasta in un’esperienza di incontro, di apprendimento, di tradizione e di futuro. ‘L’Arte dei Primi’ nasce dalla ConSenso per i ragazzi, per il loro futuro e per una propsettiva di vita diversa da quella che può avere l’immaginario collettivo, per dar loro la possibilità di ‘vivere’ la loro vita, come tutti noi. Il lavoro è parte integrante della nostra quotidianità e deve essere così anche per i nostri ragazzi”.

Com’è possibile contattarvi?

Tramite le nostre pagina social ‘L’Arte dei Primi’, o sul nostro sito lartedeiprimi.it, dove si possono trovare e-mail, numeri telefonici e indirizzo”.

Grazie, buon Natale e felice anno nuovo…

“In occasione delle festività natalizie, parlo anome di tutta la cooperativa sociale ConSenso, un sentito augurio di Buon Natale, con l’auspicio che questo tempo possa portare serenità, calore familiare e rinnovata fiducia nel valore della condivisione. Che le feste siano un periodo di pace, salute e vicinanza, soprattutto per chi vive situazioni di fragilità e per chi, ogni giorno, si impegna a costruire un futuro più inclusivo e giusto.
Il 2025 è stato per ConSenso un anno di consolidamento e crescita, ma anche di profonda riflessione sulle prospettive del ‘Dopo di Noi’, tema centrale per le famiglie e per l’intero territorio. Guardando al futuro, ConSenso rinnova con convinzione il proprio impegno nel costruire percorsi capaci di garantire indipendenza, dignità e continuità di vita alle persone con autismo, attraverso progetti concreti e sostenibili. L’augurio condiviso è che il 2026 possa essere un anno di cambiamento positivo, in cui solidarietà, inclusione reale e nuove progettualità dedicate al ‘Dopo di Noi’ diventino sempre più centrali. In questa direzione si inserisce un altro importante progetto della ConSenso,  ‘Obiettivo Casa’, che proprio all’inizio del nuovo anno diventerà realtà. Un progetto nato per offrire alle persone con autismo un luogo sicuro, accogliente e strutturato, in cui sperimentare autonomia, benessere e qualità di vita. Un percorso che mette al centro la persona, i suoi bisogni, le sue potenzialità e il diritto a una vita adulta dignitosa e autodeterminata.
A nome di tutta la cooperativa ringrazio le famiglie, gli operatori, le istituzioni, i partner e tutti coloro che, in questi dieci anni, hanno creduto e continuano a credere nel valore di un territorio più accogliente, inclusivo e giusto.
Il cammino continua, insieme.
Perché il valore si sceglie.
La bellezza si difende.
E il futuro, se ha senso, si costruisce solo con gli altri”.