Pino Cinquegrana

La Cipolla Rossa di Tropea deve la sua straordinaria dolcezza e unicità a una combinazione irripetibile di elementi naturali: il terreno sabbioso, la vicinanza al mare, le ore di luce abbondanti e le escursioni termiche moderate. Un ruolo fondamentale è svolto anche dalle polveri vulcaniche, in particolare la zeolite, che regola l’umidità e protegge la pianta rafforzandone le difese immunitarie. Questo ambiente favorevole ha reso la cipolla rossa di Tropea una protagonista indiscussa della gastronomia calabrese e oggetto di studi e ricerche internazionali.

La preparazione del terreno per la semina è un’arte tramandata da generazioni. Dopo l’aratura e la fresatura, la terra viene sistemata affinché le donne, con mani esperte, piantino i bulbi seguendo le distanze consolidate dall’esperienza. Gli uomini si occupano della predisposizione dei solchi e della concimazione con letame, mentre alle donne spetta il compito della piantagione del varvinu (la pianticella di cipolla). Questo lavoro è faticoso e ripetitivo: per ore, le lavoratrici si piegano sui campi per piantare, pulire dalle erbacce (fidihjari) ed estrarre il prodotto maturo, che sarà poi destinato a numerose preparazioni culinarie.

La raccolta della cipolla avviene con un gesto antico e rispettoso: le mani affondano nella terra quasi in un rito sacrale, estraendo con delicatezza i bulbi, che vengono poi lasciati sul terreno in fasci, simili a quelli di grano per la gregna. Trasportate nei centri di lavorazione, le cipolle vengono selezionate per dimensione e destinate alla vendita o alla creazione delle tipiche trecce (ntrizzari), una tradizione che richiama l’identità meridionale e il gesto antico delle donne che intrecciavano i capelli per abbellire il proprio volto.

Ma la Cipolla Rossa di Tropea non è solo un alimento: è un simbolo di storia, di lavoro e di resilienza sociale. L’attività nei campi, le condizioni di vita umili, le ambientazioni tra case di breste e baracche in legno, tutto questo è diventato soggetto di fotografia sociale e di inchiesta giornalistica. Il muckraking americano ci ha insegnato che un’immagine può valere più di mille parole, raccontando non solo la provenienza sociale e la condizione economica, ma anche l’orgoglio e la fatica dei lavoratori.

Le immagini di donne al lavoro, adornate con gioielli e abiti semplici, creano un contrasto affascinante tra modernità e tradizione. Queste fotografie diventano memoria visiva, uno strumento sociologico che cattura la dignità e la dedizione di chi, da generazioni, ha trovato nella coltivazione della cipolla rossa la propria dimensione e fonte di sostentamento.

Oggi la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP è coltivata seguendo tre ecotipi principali:

  • Tondo Piatta (primaticcia): raccolta tra metà aprile e metà maggio.
  • Mezza Campana (medio precoce): raccolta tra metà maggio e metà giugno.
  • Allungata (tardiva): raccolta tra giugno e luglio.

Questa cipolla è molto apprezzata a livello internazionale, soprattutto in Europa (Germania, Inghilterra, Francia e Svizzera), Nord America e Australia. Le sue proprietà nutrizionali la rendono un vero elisir di salute: 100 grammi di cipolla fresca contengono solo 26 calorie, e gli studi scientifici ne confermano l’alto potere antiossidante grazie alla presenza di flavonoidi. Il consumo regolare di cipolla rossa è associato alla riduzione del rischio di tumori, in particolare del colon-retto, della laringe, dell’esofago e dell’ovaio, oltre a offrire benefici cardiovascolari, anti-trombotici e ipoglicemizzanti.

Da alimento essenziale della dieta contadina a ingrediente chiave della Dieta Mediterranea, la Cipolla Rossa di Tropea continua a rappresentare un’eccellenza gastronomica e culturale, il frutto di una terra che, con la sua luce e il suo mare, ne custodisce il segreto della bontà.