di Monica Macchionni
C’è chi continua, ostinatamente, a spazzare la polvere sotto il tappeto. Ma il tentativo di depistare, confondere e distogliere l’attenzione dalla verità è ormai evidente. Se ne facciano una ragione: Evelina Sgarbi non si fermerà finché non sarà fatta chiarezza sulle reali condizioni di salute del padre, e sulle terapie che gli sono state somministrate – perché sempre più fonti riferiscono che non si tratti soltanto di cure farmacologiche “standard”.
È bene ricordare che il professor Vittorio Sgarbi è un paziente oncologico e cardiopatico: ogni trattamento dovrebbe dunque essere valutato con estrema attenzione per evitarne effetti collaterali gravi, soprattutto alla luce delle sue condizioni pregresse.
La mia assistita si chiede, legittimamente, come sia possibile che un uomo come lui, da sempre animato da una forza travolgente e dallo spirito di un ventenne, sia apparso improvvisamente trasformato in un anziano fragile nel giro di pochi mesi. Chi gli stava accanto in quel periodo? Chi ne ha curato davvero il benessere?
Invitiamo l’entourage del professore a smettere con distrazioni e diversivi, che rasentano ormai il ridicolo: tra poco, ci mancano solo lettere a Babbo Natale e appelli alla Befana. Serve serietà. Servono perizie, documenti, fatti. Non parole.
Nel frattempo, Evelina Sgarbi continua a essere attaccata e minacciata, persino con querele. Mio tramite, lancia un messaggio: è tempo che questo “circo tragico” smetta di ostacolare la verità e si dedichi – magari – a ciò che dovrebbe realmente contare: le inchieste e i processi che riguardano il mondo dell’arte.
Quanto all’“innamorata in odore di santità” – figura ormai eletta a novella martire dalla narrazione dominante – se davvero agisce solo per amore, perché non aggiunge nelle sue lettere che, per amore,:
Fa parte della Fondazione Cavallini Sgarbi, dove si trovano molte opere d’arte del Professore;
Possiede una società che si occupa di arte e organizza mostre;
È coinvolta in attività economiche collegate a libri, eventi, spettacoli e perizie?
Evelina Sgarbi, al contrario, non ha mai fatto parte della Fondazione, non possiede alcuna società nel mondo dell’arte, né ha interessi collegati all’indotto artistico-culturale del padre.
E questo – lasciatemelo dire – non è disinteresse: è amore. Quello vero.
Roma, 1° novembre 2025





















