I figli degli altri
“Ogni minore è portato a credere che la famiglia sia il luogo sicuro dove rifugiarsi per trovare riparo e conforto dalle avversità quotidiane. Talvolta la famiglia, lungi dal rappresentare un porto sicuro, diventa la trappola da cui si desidera scappare, in cui i comportamenti vessatori e abusanti diventano regole di vita che si è costretti ad accettare, osservare e subire.
I protagonisti di questo libro sono bambini, che, pur muovendosi in realtà socio culturali diverse sono accomunati dal coraggio e dalla voglia di superare il disagio patito e dar voce alla loro speranza di cambiamento. Prevenire e guarire la ferita sacra delle molestie sessuali è un obbligo per adulti responsabili e il mio intervento a Montecitorio ha questo scopo” dice l’autrice Rosetta Cappelluccio, nella presentazione del suo libro “I figli degli altri”, presso la sala Aldo Moro del palazzo di Montecitorio a Roma. A meno di aver subito personalmente la profonda ferita del trauma sessuale, diventa difficile immaginare quanto possano essere complessi, vari e sconcertanti gli effetti che sul cervello di un bambino, soprattutto quando le molestie sono commesse da una persona di cui egli ha fiducia o che addirittura ama , hanno gli abusi sessuali.
Il furto dell’innocenza si ripercuote sull’autostima, sullo sviluppo della personalità, sui processi di socializzazione, sul rendimento scolastico, interferisce con , la formazione di rapporti di intimità nell’adolescenza e nella vita adulta, inoltre questi bambini sono esposti a sintomi somatici che vanno dalla rigidità motoria, all’obesità o viceversa alla magrezza eccessiva, derivanti dal tentativo conscio e/o inconscio di escludere gli altri e di non abitare il proprio corpo.
I traumi sessuali sono molto vari e vanno dall’aperta aggressione a tacite seduzioni che tuttavia spaventano e disorientano il bambino, invadendo i suoi delicati confini con l’eccesso di energia di desiderio adulto. Le statistiche sugli abusi dei minori sono inquietanti: il numero di bambini. in età scolare e prescolare che denunciano le molestie sessuali. è sorprendentemente pari al 20% e riguardano bambini che hanno al di sotto dei cinque anni di età, tra il 30 e 46% i bambini dagli 8 ai 12 anni sono soggetti ad abusi e, complessivamente, un bambino su quattro è stato abusato, nell’accezione più ampia del termine. Cosa fare per ridurre il rischio? Dare un modello sano di confini personali, incoraggiare la consapevolezza sensoriale del bambino, insegnargli a fidarsi delle sensazioni di allarme, insegnare cosa sono le molestie sessuali, dare ai bambini occasione di esercitare il loro diritto a dire no, insegnare loro cosa dire e fare; infine, chiarire che devono sempre raccontare cosa è successo, creare dei presidi, formare figure che sappiano accogliere e riconoscere i segnali di abuso.
Rosetta Cappelluccio
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Esperta in Psicopatologia dell’età evolutiva
Responsabile ambulatorio di Psicopatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli, Napoli.