di Don Enzo Bugea Nobile

Prologo – Tra Agostino e Leone XIV

In cordibus puerorum lucet futurum Ecclesiae.
Nei cuori dei giovani brilla il futuro della Chiesa.

Sant’Agostino ci ha insegnato che l’inquietudine dell’uomo è la porta attraverso cui entra Dio.
Oggi, quella porta si apre nei volti ardenti, stanchi e assetati dei giovani.

Non cercano risposte, ma presenza.
Non dottrina, ma relazione.
Non apparenza, ma autenticità.

Nel cuore del cammino giubilare, Papa Leone XIV non ha consegnato istruzioni, ma ha donato dodici parole vive, capaci di orientare il passo e illuminare l’anima.
A lui va il mio grazie sincero, in fide et caritate, per aver aperto alla giovinezza della Chiesa un sentiero che non è manuale, ma cammino spirituale condiviso.


1. Accoglienza

Accogliere non è semplicemente aprire una porta, ma spalancare il cuore.
È dire “tu sei atteso”, anche quando nessuno lo ha mai detto prima.
Per un giovane, essere accolto è la prima forma di misericordia concreta.
Ecclesia mater, non custode.


2. Ascolto

Ascoltare è un atto d’amore silenzioso.
Non si ascolta per replicare, ma per lasciarsi ferire dalla verità dell’altro.
L’ascolto è la lingua dei santi e il grido nascosto dei ragazzi.
Come Agostino, impariamo a dire:
Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova.


3. Memoria

La memoria non è nostalgia, è radice.
Chi non sa da dove viene, non saprà mai dove andare.
I giovani non vogliono essere dimenticati, ma inseriti in una storia viva, che sa fare spazio e non imprigionare.
La memoria è il grembo della speranza.


4. Libertà

La libertà non è fare ciò che si vuole, ma essere ciò che si è, davanti a Dio.
I giovani non vogliono sbarre dorate, ma orizzonti aperti.
Il Vangelo è libertà perché non impone, ma attrae.
Come diceva Agostino:
Ama, e fa’ ciò che vuoi.


5. Perdono

Il perdono è la forma più alta dell’amore.
È il linguaggio del cielo che si fa balsamo per le ferite dell’anima.
I giovani non sono fragili, ma feriti.
Hanno bisogno di una Chiesa che non conti i peccati, ma moltiplichi abbracci.


6. Coraggio

Coraggio è dire “sì” anche quando tremano le ginocchia.
È credere che un seme d’amore possa cambiare il mondo.
I giovani hanno sete di grandezza: diamogli il coraggio della croce, non l’illusione del successo.
In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum.


7. Fede

La fede non è un’idea, ma un’adesione.
È incontrare Cristo e non poterne più fare a meno.
I giovani non cercano Dio nei discorsi, ma nella carne viva di chi crede.
Diamo loro santi e testimoni, non strategie.
Credo ut intelligam.


8. Gioia

La gioia evangelica è disarmante perché non dipende da ciò che accade, ma da Chi si incontra.
I giovani hanno fame di una gioia non usa e getta, ma duratura.
La gioia è la forma più credibile della santità.


9. Giustizia

Non basta indignarsi: bisogna agire.
La giustizia cristiana non è bilancia, ma ferita guarita.
È restituire dignità a chi l’ha persa, è guardare i giovani come destinatari di promesse, non di sospetti.
Iustitia et pax osculatae sunt.


10. Servizio

Il servizio è amore che si fa gesto, senza clamore.
I giovani servono già, solo che non lo chiamano così.
Insegnare loro il valore del dono è ricordare che Cristo ha lavato i piedi, non dato ordini.


11. Vocazione

Ogni giovane ha una chiamata.
Non tutti al sacerdozio, ma tutti alla santità.
Il mondo dice “realizzati”, Dio dice “rispondi”.
Vocazione è scoprire che c’è un senso più grande del proprio ombelico.


12. Comunità

Nessuno si salva da solo.
La comunità è il luogo dove la fede si incarna, la solitudine si spezza e l’amore si fa visibile.
Ai giovani serve una Chiesa non perfetta, ma vera.
Dove si sbaglia, si piange, si perdona e si cammina insieme.


Un Giubileo che sa di futuro

Il Giubileo dei Giovani non è un evento, ma un’esplosione di senso.
Le dodici parole non sono slogan, ma semi di Vangelo.
Ogni parola è una stella che orienta, ogni giovane è una notte che attende l’aurora.

Papa Leone XIV ha acceso un fuoco, non un riflettore.

E noi, come Agostino, non possiamo che ripetere:

“Da te veniamo, verso di te andiamo, in te riposiamo.”

Nel cuore dei giovani, battito del domani, già palpita la speranza della Chiesa che sarà.