Di Monica Macchioni
Si sa che una smentita e’ una notizia data due volte, ma la lungimiranza del Quirinale e del suo abilissimo servizio stampa ha provato in tutti i modi ad evitare la deflagrazione della bomba, cercando di far emergere in modo rapido e impersonale la sua posizione in modo chiaro e netto ma mettendo di fatto in difficoltà il governo e soprattutto il partito Fratelli d’Italia rispetto a quello che nelle ultime ore si sta configurando come un vero e proprio autogoal innescato dal capogruppo Bignami.

Legittimamente Belpietro nel suo editoriale di oggi per la Verità riporta dei rumors che riguarderebbero un consigliere di Mattarella di cui fa nome e cognome. E si sarebbe potuto concludere tutto lì, magari con una lettera del consigliere in questione a Belpietro per spiegare la sua reale posizione. Invece succede un fatto inedito nella storia repubblicana e cioè un rilancio da parte del dirigente di Fratelli d’Italia e capogruppo alla Camera Bignami che, nonostante non fosse stato tirato in ballo in quell’articolo, ha la brillante idea di alzare l’asticella per amplificare la notizia, trasformandola da una palla di neve in una autentica valanga, generando così anche l’imbarazzo di Palazzo Chigi con la subitanea smentita di Fazzolari, il quale si affretta a dire che “Ne’ Fratelli d’Italia ne’ tanto meno Palazzo Chigi hanno mai dubitato della lealtà istituzionale del Presidente Mattarella con il quale il governo ha sempre interloquito con totale spirito di collaborazione non da ultimo sugli importanti dossier internazionali, dalla Ucraina al Medioriente”. E prova a spaccare il capello in quattro precisando che “Intanto Bignami non si è in alcun modo riferito al Quirinale ne’ si è rivolto in modo irrispettoso al Presidente della Repubblica ma ha semplicemente fatto notare che sarebbe stata opportuna una smentita del consigliere Garofani per le affermazioni da lui attribuita dal quotidiano La Verità’”. Risultato? Se anche non ci fosse stato nulla o se si fosse trattato meramente della posizione di uno dei consiglieri del Quirinale, con la nota stampa di Bignami, la cosa e’ diventata un caso nazionale e internazionale . Quindi anche dall’estero, dove la Meloni viene considerata una premiar forte e capace e dove nessuno finora ha mai pensato di mettere in dubbio i rapporti di stima fra lei e Mattarella, avranno il dubbio se non la certezza (vera o falsa che sia) che il governo Meloni non gode della stima e del sostegno del Quirinale. Ma perché un autogoal del genere? Per ansia di consenso? Per delirio di onnipotenza? Da parte di chi? Scire nefas. Difficile saperlo. Quel che è’ certo però è’ che si sta parlando da ore solo di questo, a scapito delle vere notizie che dovrebbero riguardare la finanziaria, le pensioni, il bonus elettrodomestici che non funziona, i salari troppo bassi, il costo della vita che è aumentato a dismisura, l’immigrazione e le periferie fuori controllo, etc etc.
“Il Presidente Mattarella ha un ruolo di guida, di unità nazionale, di garante della Costituzione che è riconosciuto da tutto il Paese”. La Schlein ha avuto così modo di dire la sua, riempiendo in modo transeunte il vuoto programmatico e politico che la contraddistingue. Leggendo però anche la presa di posizione di Donzelli, uomo da sempre storicamente della scuderia Meloni, si fatica a ipotizzare due guizzi di autonomia su un unico tema lo stesso giorno a distanza di poche ore. E quindi la smentita di Fazzolari, puntuale e convincente, finisce suo malgrado per suonare più come un atto dovuto, quasi un esercizio retorico a vuoto. In realtà molto pensando che qualcuno abbia voluto stanare il Colle,
Operazione molto pericolosa nel nostro Paese. A questo punto sarà interessante verificare i fatti che accadranno nelle prossime ore. Cioè vedere se si verificheranno le dimissioni di Garofani per provare a levare dall’imbarazzo Mattarella, oppure se dal Quirinale faranno finta di nulla. Risultato di questi attacchi scomposti? Oggi quasi tutti sono legittimati a pensare che dietro il pensiero di Garofani ci possa essere il pensiero di tutto il Quirinale (anche se magari non è così) e che dietro gli attacchi di Bignami e Donzelli ci siano in realtà i desiderata della Meloni. E questo anziché rafforzarla come leader, la indebolisce enormemente. Reagire nervosamente e repentinamente più da capo di partito che non da leader di governo evidentemente può far perdere smalto e lucidità.




















