di Letizia Bonelli
Giornalista esperta in web reputation
La forza nascosta di una parola
Ci sono momenti in cui una parola detta bene vale più di mille azioni.
Non è retorica: chiunque abbia ricevuto un “ci sono per te” in un giorno buio, o un “ce la farai” proprio quando la forza sembrava spegnersi, sa che il linguaggio non è un semplice veicolo di informazioni, ma energia che plasma la vita.
La responsabilità etica del comunicare
Le parole non sono mai neutre: possono aprire o chiudere, guarire o ferire, generare speranza o spegnere la fiducia.
Da qui nasce la responsabilità etica della comunicazione:
non basta dire la verità, occorre dirla con dignità;
non basta esprimere un’opinione, bisogna chiedersi se quell’opinione edifica o distrugge.
Viviamo in un tempo in cui la comunicazione è immediata, globale, quasi incontrollabile.
Un tweet, un post, una chat possono raggiungere migliaia di persone in pochi istanti. Ma ciò che si diffonde con tanta rapidità porta con sé un rischio: la parola superficiale, usata come arma, può diventare pietra lanciata contro chi non ha scudo.
E allora la libertà di espressione, se non è accompagnata da responsabilità, smette di essere libertà e diventa arbitrio.
La parola come specchio dell’anima
Sant’Agostino scriveva che “la parola è il segno dell’anima”.
In ogni frase, anche la più breve, si riflette la nostra interiorità.
Per questo comunicare non è un atto meccanico, ma spirituale: ogni parola detta o scritta ci rappresenta, ci racconta, ci svela.
Ed è proprio qui che la comunicazione può trasformarsi in cura.
Quando la parola guarisce
Pensiamo ai medici che, oltre alle terapie, usano parole capaci di dare coraggio ai pazienti;
agli insegnanti che illuminano con incoraggiamenti sinceri;
agli amici che, con una frase semplice, ridanno senso a un giorno storto.
Le parole non risolvono tutto, ma aprono spazi interiori nei quali la persona può respirare.
Il volto romantico della comunicazione
C’è anche un volto romantico della comunicazione: quello in cui la parola diventa carezza, promessa, ricordo.
Chi non conserva nel cuore una frase ricevuta in un momento speciale, come un dono che non si consuma?
In questo senso, la parola è più duratura del tempo: resiste, accompagna, custodisce.
Oggi, più che mai
Abbiamo bisogno di parole che salvano.
Non di discorsi rumorosi, ma di espressioni che nascono da un cuore autentico.
Comunicare con etica e umanità significa riconoscere che l’altro non è un bersaglio, ma un essere fragile e prezioso.
In fondo, basta poco:
scegliere un termine gentile invece di uno crudele,
preferire il silenzio alla parola che ferisce,
regalare una frase che incoraggi.
Non è semplice buonsenso: è filosofia concreta, è amore che diventa linguaggio.
Perché le parole, quando sono vere e luminose, non solo raccontano la vita: la cambiano.