Napoli, 21 ottobre 2025 – Alle ore 17:00, il Il Clubino di Napoli (Via Luca Giordano 73), presieduto da Piera Salerno, inaugura “LOGOS”, la nuova mostra personale di Tony Afeltra, curata da Pasquale Lettieri. Un evento pensato come un vero e proprio incontro tra arte, pensiero e partecipazione.

Scultore e pittore, Afeltra collabora con l’artista poverista di fama internazionale Pier Paolo Calzolari. Da questo sodalizio nasce una ricerca che unisce rigore concettuale e potenza visiva: simboli, memoria e stratificazioni diventano strumenti per trasformare la quotidianità in uno spazio di meditazione.

Già nel titolo, “LOGOS” dichiara la sua intenzione: mettere in dialogo parola e immagine, pensiero e visione. «Le opere di Tony Afeltra – spiega il critico Pasquale Lettieri – sono caratterizzate da un tratto essenziale e atmosfere rarefatte. Dialogano con la luce e con il segno, lasciando che vuoto e pieno si confrontino per offrire allo spettatore uno spazio di sospensione interpretativa. Un linguaggio che affonda le radici nel neoespressionismo, ma che si nutre di suggestioni materiche e interiori».

La mostra non è solo esposizione di opere: è costruzione di un “gioco di senso”, dove ogni dipinto e ogni pausa visiva compongono un discorso più ampio. Un esempio emblematico è il disegno Visione vesuviana (The White Warehouse), in cui il Vulcano stilizzato diventa paesaggio interiore, specchio dell’immaginario.

L’inaugurazione sarà arricchita da interventi di rilievo culturale. Tra gli ospiti annunciati:

  • Carlo Maietto – produttore cinematografico

  • Piera Salerno – presidente de Il Clubino di Napoli

  • Clotilde Punzo – poetessa

  • Giuseppe D’Avanzo – storico dell’arte

Il Clubino, da sempre spazio aperto alla cultura e alla sperimentazione artistica, conferma così la sua vocazione come luogo di incontro e contaminazione creativa. L’evento inaugurale è pensato come un vero happening culturale, fatto di ascolto, riflessione e dialogo.

Con “LOGOS”, Tony Afeltra consegna al pubblico un invito: guardare oltre l’apparenza, ascoltare il silenzio del segno, accogliere l’ombra come parte della luce. È in quello spazio intermedio, sospeso e vibrante, che parola e immagine si incontrano davvero.