di Monica Macchioni

Circa un mese fa la redazione de Il Graffio.net raccontava di una riunione importante promossa dal consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia e presidente dell’XI Commissione Sviluppo Economico e Attività Produttive Enrico Tiero.

All’incontro avevano partecipato numerosi esponenti istituzionali: il presidente della Regione Francesco Rocca, la vicepresidente e assessora allo Sviluppo Economico Roberta Angelilli, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, il capogruppo regionale Daniele Sabatini, il presidente del Consiglio regionale Antonello Aurigemma, l’assessora ai Lavori pubblici Manuela Rinaldi, il direttore generale della Regione Alessandro Ridolfi, il direttore generale della Sanità Andrea Urbani, oltre a numerosi consiglieri, amministratori e dirigenti locali del partito.

Oggi, a distanza di poche settimane, Tiero è indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, che coinvolge sei persone in totale. L’indagine è condotta dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri.

Le accuse

Secondo quanto riferito dal suo legale Pasquale Cardillo Cupo, a Tiero viene contestato di aver “agevolato assunzioni di giovani in alcune attività imprenditoriali in cambio di utilità”. L’inchiesta fa riferimento a presunti favori a una struttura sanitaria privata — dove lavora la figlia del consigliere — e a un supermercato locale. Secondo l’ipotesi della Procura, queste agevolazioni avrebbero portato vantaggi diretti, come un aumento dei posti letto in convenzione per la struttura sanitaria.

La difesa di Tiero

In un comunicato in cui annuncia l’autosospensione da ogni incarico di partito, Tiero scrive:

“Nelle ipotesi a mio carico sarei colpevole di aver segnalato a dei privati i nominativi di alcuni giovani, donne e padri di famiglia in difficoltà, affinché potessero svolgere — laddove possibile e utile agli imprenditori — delle umili attività lavorative, ovviamente senza ricevere MAI nulla in cambio”.

E aggiunge con amarezza:

“La cosa che mi ha ferito di più, come padre ancor prima che come uomo, è stato il coinvolgimento di mia figlia in questa vicenda. Nelle imputazioni si sostiene che l’avrei favorita facendola assumere dopo la mia elezione nel 2023; in realtà, mia figlia lavora presso quella struttura dal 2021, ed è stimata per il suo impegno e la sua dedizione”.

Il nodo politico: cosa può (e deve) fare un politico?

La magistratura farà il suo corso e Tiero avrà modo di difendersi nel merito. Ma resta un interrogativo profondo: qual è il limite tra ciò che un rappresentante eletto può — e deve — fare per il proprio territorio e ciò che rischia di diventare reato?

Un consigliere regionale che segnala giovani disoccupati a imprese private, che si batte per aumentare i posti letto nella sanità locale, che sostiene la nascita di nuove attività produttive, sta oltrepassando un confine o sta svolgendo il proprio ruolo?

La democrazia si fonda su relazioni umane, sul dialogo e sulla costruzione condivisa di soluzioni. Le segnalazioni, se non falsano gare pubbliche né concorsi, sono sempre esistite: da politici di ogni schieramento, ma anche da parroci e associazioni, come strumenti per aiutare persone in difficoltà a trovare un lavoro. Nel settore privato, del resto, le assunzioni spesso avvengono proprio tramite segnalazioni dirette.

Una riflessione più ampia

Forse è anche arrivato il momento di interrogarsi su alcune norme, come la Legge Severino, spesso mal interpretata e mal applicata, che rischia di penalizzare amministratori capaci e attivi. Gli italiani non hanno bisogno di figuranti che premano un pulsante in Aula: hanno bisogno di rappresentanti che conoscano i territori, parlino con la gente e si occupino di chi è rimasto indietro.

La domanda, allora, è semplice: a chi ha arrecato danno l’attività di Tiero? Ha sottratto denaro pubblico? Ha favorito imprese in modo illegittimo? Ha ricevuto denaro in cambio delle sue segnalazioni?

Se la risposta è no, allora la sua “colpa” potrebbe essere solo quella di aver agito troppo bene per la sua Latina e per il suo Lazio — attirandosi, forse, più invidie che accuse reali.