Tecniche sartoriali per il costume Raffinatezza, storicità e trasgressione
Si è concluso il corso di Tecniche Sartoriali per il costume della prof.ssa Rosaria Caratozzolo, all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, la prestigiosa istituzione di alta formazione artistica diretta da Maria Daniela Maisano e presieduta da Francesca Maria Morabito. “Nonostante, le restrizioni delle misure anti-covid e le difficoltà vissute in quest’ultimo anno, che ci hanno costretti a svolgere la didattica solo ed esclusivamente a distanza, -evidenzia Rosaria Caratozzolo-, siamo riusciti comunque a raggiungere obbiettivi formativi di eccellenza .
Abbiamo lavorato su dinamiche progettuali che hanno interessato il tema della “rivisitazione contemporanea” del corsetto ottocentesco e della crinolina, all’insegna della raffinatezza, dell’eleganza e della contaminazione”.
Le ispirazioni e le progettualità sono state ricche e diversificate, passando dai film ambientati a fine Ottocento, a cui si sono ispirate Giada Rinaldi ed Erica Bellezza, ai colori e le forme mediorientali che si possono ammirare nelle creazioni di Lorena Casile, mentre Giorgia Taverna si è lasciata ispirare dal tessuto lycra e dal colore rosa fluorescente, una soluzione eccentrica molto in voga quest’anno, il look di Lady Gaga ha folgorato il gusto di Alberto Crupi ed infine Denise Surace si è ispirata per le sue proposte all’abbigliamento spaziale.
“Sono creazioni – spiega il critico d’arte Pasquale Lettieri – che vanno da un massimo di apollineo e contemplativo ad un altrettanto massimo di dionisiaco fino all’erotico, con una molteplicità di escursioni che vanno in tutte le direzioni, anche se poi il vero problema non è quello di farne una narrazione universale, un’enciclopedia di tutti i passati, ma quello del presente, che per quanto ci riguarda è il concetto filtrato dalla grecità, dalla romanità, dall’Umanesimo, dal Rinascimento e poi dalle estroversioni della modernità, sub specie francese e italiana, entrambe discendenti da Medici, Gonzaga, Sforza, Montefeltro, Venezia, dove non c’è stata una famiglia dominante, Genova idem, con un’appendice siciliana, alla corte federiciana.
L’Ottocento è tutto francese, con l’inserto di alcuni elegantissimi italiani ed italiane, fino agli anni Cinquanta, quando come un’araba fenice, il grande artigianato italiano ha preso sulle sue spalle l’eros di Bernini, la bellezza di Canova, consegnandoli alla vita, hic et nunc”.
“Attenzione al passato vuol dire, attenzione alla storia, all’archeologia, ai costumi, alle usanze, agli accadimenti, ai manufatti, alle catene creative, alle loro interruzioni – spiega la direttrice Maria Daniela Maisano. Il susseguirsi delle ideologie, delle concezioni del mondo, in una scalarità che va dal generale, alla totalità, al particolare dei rapporti sociali, interpersonali, monacali, sempre di concerto con le culture materiali, tecniche, con i modi di distribuzione della ricchezza, oltre che della sua produzione e della loro dislocazione.
Grecia e Roma sono ad un braccio di mare di distanza, e la conca mediterranea, sono l’ambiente adatto per la nascita di filosofie umane, scientifiche, estetiche che sono riuscite a resistere ad irrazionalismi, a millenarismi, a settarismi religiosi, in grado di inventare il corpo umano, come macchina parlante, come protagonista delle architetture, delle pitture, delle tecnologie organizzative, in una narrazione via via più precisa”.
Manuel Gallo
Giornalista