Cerimonia solenne per i laureati dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro
Si è conclusa la sessione autunnale delle sedute di laurea dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, l’istituzione di alta formazione artistica del capoluogo calabrese diretta da Vittorio Politano e presieduta da Giuseppe Soriero. I neolaureati hanno presentato, oltre agli elaborati finali, interessantissimi lavori di ricerca tra pittura, scultura, incisione, installazione, video, fumettistica, progettazione, comunicazione, semiotica, psicologia, nuovi media, discipline dello spettacolo, fotografia e antropologia. Un effluvio di eccellenze, che conferma la centralità dell’Accademia di Catanzaro nella dialettica artistica nazionale e internazionale, con uno sguardo attento alla formazione delle nuove generazioni di professionisti, anche grazie ai rapporti che l’istituzione ha intrecciato con il sistema dei beni culturali e il mondo dell’impresa non solo regionali.
“Per noi si tratta di trasformarci continuamente, sottolinea soddisfatto Vittorio Politano, adattando le nostre caratteristiche culturali, morali ed etiche in modo da non essere travolti dalla corrente continua degli eventi, delle progettualità e delle derive e seguire le trasformazioni, in modo da esser sempre in sintonia, in sincronia, il che vuol dire anche in critica e in dissenso, con quello che accade, nel reale e nel virtuale, per non essere preda di teorie superate, di linguaggi mitizzati, di retoriche rituali, tutte quelle cose che in passato hanno presieduto alla nascita, alla crescita, al declino e alla morte delle civilizzazioni e delle istituzioni accademiche e culturali”.
Nell’Aula Magna della nuova sede di via del Gelso Bianco, nel corso di una cerimonia solenne della durata di una settimana, sono stati incoronati di alloro il fiore all’occhiello dell’Accademia, gli studenti, che quest’anno raddoppiano di numero, a riconferma di un’offerta formativa innovativa e dai grandi contenuti culturali. “I risultati parlano chiaro, continua Politano, escluse le posizioni di apocalittici e integrati, che appartengono a due estremismi dogmatici, che non riescono a leggere le conservazioni e le trasformazioni, come insuperabili molecolarità della vita materiale e delle sue proiezioni culturali, in continua interazione tra il reale e il virtuale e viceversa, i primi destinati ad essere spazzati via dalla storia, i secondi impastati tra infrarossi e ultravioletti, tutte le altre posizioni, sono accettabili e direi necessarie, per coltivare le memorie del passato e farle diventare energie della vita, ricordando che tutti gli innovatori, anche quelli oggi santificati, sono stati o pazzi o eretici e spesso le due cose insieme”. In programma nuovi appuntamenti di presentazione dell’offerta formativa, anche attraverso corsi preaccademici e momenti espositivi, in vista della apertura del nuovo Anno Accademico a novembre.
Antonio Ferrentino
Giornalista