La patata dolce, tra nuovo e vecchio continente
La patata dolce è uno degli alimenti più consumati al mondo, mangiata dall’uomo da 8000 anni.
La provenienza di questo alimento è nelle aree tropicali americane (sud america), da qui il suo nome. Il colore della buccia può variare dal rosso-aranciato, al marrone al bianco mentre la parte interna può essere gialla, arancione e anche violacea. Dovuto alla ricchezza in carotenoidi, sostanze dal potere antiossidante, il suo colore più comune, però, è l’arancione. Gli esperti hanno valutato l’elevata concentrazione di sostante nutrienti soprattutto nella buccia di queste radici tuberose.
Sotto il nome di patate dolci, patata americana o batata si nasconde la specie botanica della Ipomea batatas, una radice tuberosa dal sapore dolce.
Patata e Patata americana/dolce appartengono a due famiglie completamente diverse, condividono solo il nome e la forma, invece le consistenze sono quasi simili.
Grazie al suo bagaglio di vitamine e fibre è riuscita ,tramite l’associazione americana Center of Science in the Public Interest (CSPI), di primeggiare in una classifica di qualche anno fa sui vegetali più salutari.
Un diabetico può mangiare le patate dolci?
Nella buccia è presente una sostanza denominata Cajapo che riduce il colesterolo e la glicemia
E’ ormai noto che le patate americane hanno un indice glicemico basso dovuto ai carboidrati complessi che prima di scomporsi in glucosio, ed entrare nel sistema cardiocircolatorio, subiscono una lenta trasformazione, evitando picchi glicemici.
Molto utile per il nostro organismo, soprattutto per il gran contenuto di fibre che la rende utile in caso di stipsi, mentre la presenza di vitamina A, B6 e C oltre che di sali minerali come magnesio, potassio, calcio, manganese e fosforo la rendono un ottimo integratore naturale. Infatti alcuni studiosi del settore ritengono che con la patata dolce, fortificata di vitamina A, si potrebbe intervenire in modo positivo, o contribuire nella fame nel mondo.
Il 95% delle coltivazioni di questo alimento provengono dai paesi in via di sviluppo.
Importata in altri continenti come l’Europa e Asia, infatti la nostra nazione contribuisce alla coltivazione, tanto che viene coltivata sia in Veneto che in Puglia, così da essere inserita nell’apposito elenco della Gazzetta Ufficiale.
Leggende sulla provenienza
Ci sono testimonianze che attestano la presenza di fossili scoperti in India, analizzati di recente che indicano che la patata dolce in realtà è originaria dell’Asia, quindi nativa non nel Nuovo ma, ebbene sì, del buon Vecchio Continente.
Lo studio che suscità la curiosità scoperta è stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) da un gruppo di ricercatori coordinati da David Dilcher dell’Università dell’Indiana, che recentemente ha identificato foglie fossili come appartenenti a piante della stessa famiglia di cui fa parte la patata dolce.
Quindi la domande che ci sorge ovvia è patata americana o patata indiana?
E il suo regno non è solo nel piatto, ma anche sul balcone. Alcune varietà selezionate come Ipomea batatas ‘Blakie’, ‘Marguerite’, o ‘Tricolor’, infatti, sono splendide piante ornamentali, dove possono impreziosire vasi e fioriere con la bellezza delle loro foglie. Usate quindi molto spesso come decori casalinghi.
Paolo Peverini