I bambini hanno diritto ad annoiarsi in estate. E’ educativo

Fare troppi programmi durante l’estate potrebbe impedire ai bambini di andare alla scoperta di ciò che veramente li interessa

Il tempo che scorre lentamente, che si dilata, il sole fino a sera inoltrata. È il tempo del riposo. La scuola finisce, le attività extra scolastiche anche.

La noia si impadronisce di alcuni momenti della giornata e assaporarla dolcemente, senza pretese, senza giudizio, è ciò che dovremmo fare tutti. Soprattutto i bambini.
Rallentiamo. Diamo a corpo e mente la possibilità di godere del tempo, della noia, del riposo. Raccogliamo i frutti del lavoro di un anno, non abbiamo bisogno d’altro.
L’estate permette di godere di giornate più lunghe, con tempi più lenti, e visi più rilassati.

I bambini hanno diritto a questo tempo. Che è il loro tempo. Il tempo bambino, quello che non conosce appuntamenti, orari da rispettare, posti in cui arrivare. Lasciamoli perciò in balia di questo scorrere delle ore, a provare a riempire gli attimi di silenzi, di pensieri, di giochi inventati, di parole al vento. Lasciamo che la loro fantasia si sviluppi, che alteri quella parte cerebrale addetta alle attività preconfezionate ed esprima il suo potenziale.

Dalla noia, dal dolce far niente, escono le idee più elaborate, originali, significative. I bambini, abituati a mille attività, si ritrovano di colpo ad essere liberi di organizzarsi da soli. Loro che per tutto l’anno sono guidati da adulti, ora possono scegliere di fare o non fare. E molto spesso sono spiazzati. Pensano che debbano essere, ancora una volta, gli adulti a preoccuparsi di quello che loro “devono” fare e così facendo non si domandano che cosa “piace” a loro fare.

Non abituiamo i nostri bambini a pensare con la loro testa, ma ci limitiamo a spostarli da un luogo all’altro, in un’organizzazione quasi maniacale di attività e giochi per farli “divertire”. Ma sappiamo davvero che cosa piace a loro? E, cosa più importante, loro, lo sanno?

Abbiamo così poca fiducia in loro che pensiamo che non possano far da soli. Che non possano divertirsi, inventarsi, ridere, osservare, semplicemente stare, da soli, senza una “guida”. Invece i bambini sono esseri competenti, capaci, ricchi di fantasia, di giochi, di pensieri, parole.

Imparare a gestire i momenti di noia significa stimolare la loro parte creativa, il problem solving, il pensiero divergente, insegnare loro a sentire il proprio corpo. Gestire la noia e da essa trovare idee, strategie, divertimento, non è cosa da poco.

I nostri bambini non sono abituati. Riconsegniamo loro questa immensa opportunità. Permettiamogli di perdersi per ritrovarsi più forti di prima. Ricchi di autostima per avercela fatta. Per non essersi lasciati vincere dalla noia. Per aver trovato nuovi stimoli, nuove idee.

I nostri bambini impareranno presto che la noia in realtà è un grande alleato e dopo qualche giorno non si faranno più sorprendere! Chi farà più fatica, probabilmente, saranno i genitori.
Concediamo ai nostri bambini e anche a noi stessi la possibilità di vivere questo prezioso tempo che corre via veloce.

Paolo Peverini